Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key è il terzo e ultimo capitolo della trilogia del segreto, l’ultimo titolo della serie Atelier, sviluppato da Gust e distribuito da KoeiTecmo. Il gioco è disponibile su PC tramite la piattaforma Steam, PlayStation e Nintendo Switch.
Provato su Nintendo Switch
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L’ultima, epica avventura di Ryza
Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key è il terzo e ultimo episodio della trilogia del segreto, iniziata con Atelier Ryza: Ever Darkness and the Secret Hideout nell’ormai lontano 2019 e seguita da Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy nel 2021. Nel frattempo abbiamo avuto anche una riedizione della trilogia del Mistero, con Atelier Mysterious Trilogy DX ma soprattutto il titolo commemorativo per il venticinquesimo anniversario della serie con Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream. In altre parole, questi ultimi anni hanno visto una continua crescita ed evoluzione di una serie che sembra trovare sempre più facilmente un suo spazio nel mondo videoludico.
Nonostante i tre titoli siano sequel diretti, sono stati creati con l’intenzione di essere godibili separatamente. Non solo flashback e brevi riepiloghi danno sufficienti informazioni per non rimanere persi durante lo svolgimento della trama, ma il gioco presenta anche un video riassuntivo da visualizzare dal menù principale, per chi vuole un rapido recap prima di partire per l’avventura. Sono passati circa quattro anni dall’inizio della carriera di alchimista per la protagonista Reisalin Stout, e ora è ormai considerata un elemento indispensabile per la piccola comunità dell’isola di Kurken.
Quando improvvisamente un arcipelago fa la sua comparsa, potenzialmente mettendo a repentaglio la sicurezza geografica della sua città natale, Ryza chiama la sua gang per aiutarla a capire cosa sta realmente accadendo. Tao, Klaudia, Lent, e per la prima volta, anche il figlio del sindaco di Kurken, Bos Brunnen, accompagnano l’alchimista nelle sue peripezie.
More is More

Come ci è capitato di notare già in titoli come Atelier Sophie 2, Gust sta progressivamente trovando un suo ritmo e una sua dimensione nel mondo dei JRPG, modernizzando delle formule classiche in maniera sempre più moderna, e stavolta non è che una nuova vetta per loro. Atelier Ryza 3 prende quanto di meglio hanno creato negli ultimi tempi, e spingono tutto ancora più avanti. Se da un lato il sistema alchemico è, nella sua essenza, piuttosto simile a quanto già visto nella precedente iterazione, dall’altro troviamo alcune modifiche piuttosto radicali.
Il sistema di combattimento è, in sostanza, una versione più grande, più frenetica, più rapida e più soddisfacente di quella già vista nel titolo precedente. Le fondamenta restano invariate, ma tutto è stato potenziato. Il sistema di “ordini” per concatenare attacchi è tornato, ma ora aiutato da una serie di migliorie. La squadra si compone di tre personaggi frontali e due nelle retrovie, che possono sostituirsi in modo da concatenare gli attacchi. Gli ordini in sé stavolta sono più semplici, e un menù apposito permette anche di personalizzare quali order skill attivare e a quali condizioni. Inoltre, ogni ordine eseguito caricherà un apposito contatore che permetterà di utilizzare un nuovo tipo di abilità, attacchi che spesso hanno effetti secondari, boost e buff di vario tipo.
Novità assoluta di questo titolo, inoltre, è l’implementazione delle chiavi. Queste ultime, fil rouge dell’opera, dalla trama, all’esplorazione ai combattimenti, hanno numerosi utilizzi. In breve, Ryza avrà la possibilità di creare delle chiavi da alcune location di gioco o assorbendole dai nemici indeboliti. Queste chiavi, inoltre, possono avere quattro tipologie di funzioni: buff passivi da equipaggiare, buff in combattimento, utilità alchemiche e utilità esplorative. Come potete immaginare, ci saranno mille occasioni per vederle, usarle, sfruttarle in battaglia e molto ancora.
Come già potete immaginare, la modalità “normale” è, tutto sommato, anche abbastanza semplice, ma giocando in modalità difficile, avrete pane per vostri denti, sfruttando quello che è senza dubbio il sistema di combattimento più soddisfacente della trilogia.
Ma parliamo ora dell’innovazione più sorprendente di Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key: l’esplorazione. In tutta onestà, quando hanno annunciato che si sarebbe trattato di una sorta di open world, abbiamo tutti rabbrividito. Non solo è una tipologia di setting potenzialmente disastrosa, tra spazi vuoti, aree inutilmente ampie e tempo sostanzialmente perso, ma ci si chiedeva come uno sviluppatore di medio calibro come Gust avrebbe potuto affrontare quella sfida. Qui troviamo la più grande sorpresa di questo titolo.
Il mondo (di gioco) è mio!

Atelier Ryza 3 si sviluppa in un grande mondo interconnesso, ampiamente esplorabile in più direzioni. È il mondo più ampio mai presentato dalla serie, esplorabile a piacimento quasi dall’incipit di gioco. Essendo un sequel, il gruppo parte già a livello 20+, equipaggiati già di alcuni strumenti per facilitare l’attraversamento. Al di là di piccole trovate per spingere a ricreare alcuni strumenti di base, come l’idea che la protagonista abbia lasciato ad Ashra-am Baird molti dei suoi averi, al giocatore viene data immediatamente la capacità di esplorare in lungo e in largo una grossa fetta di mondo.
Questo ci ha sorpresi e non poco, poiché le diverse quest principali di gioco non fanno che rinforzare e spingere più avanti quest’idea di un mondo aperto per il proprio godimento. Sin da subito sarà necessario raggiungere un dato posto o raccogliere una data risorsa, che si troverà ben più lontano, molto più in là di quanto già disponibile. Il giocatore dunque potrà farsi sì strada dritto verso la meta, ma con ogni probabilità passerà ore e ore a godersi gli spazi, gli ambienti, i mari navigabili sul dorso di un delfino o ancora creando gli strumenti per esplorarne i fondali. Scalando montagne e visitando foreste incantate. In altre parole, le aree di gioco sono così ampie e interconnesse, che il sistema fa un ottimo lavoro a bloccare solo alcune specifiche zone, ma lascia all’utente ogni libertà espressiva, come non è mai successo nella serie e come succede piuttosto raramente in qualsiasi altro prodotto.
In questo titolo, tutti quegli elementi che fanno da intralcio, intoppo, blocco, con l’esplicito scopo di dare ritmo lineare all’azione, vengono lanciati fuori dalla finestra, per dar posto invece a un grado di libertà espressiva ed esplorativa che poche volte si vede in titoli di questo genere. Ryza e la gang iniziano l’avventura già capaci, con ricette in tasca, con moltissime aree da esplorare e molto da fare. Questo, peraltro, non a discapito di un sistema che impiegherà ore a sbloccarsi e aprirsi del tutto, soprattutto per quanto riguarda il mistero delle chiavi.



Le ore, attorno alle 30-40, per completare l’avventura di base, si possono moltiplicare grazie ai numerosi incentivi alla libertà espressiva nei confronti del giocatore. Il cast, inoltre, di ben undici personaggi, rispetto ai circa sei dei capitoli precedenti, non fa che aumentare le opzioni. Se dovessimo proprio lamentarci di qualcosa, è che stavolta ci sono quasi troppe opzioni tra cui scegliere, che molti giocatori finiranno per non esplorarne davvero abbastanza.
Un elemento che sembra non esser stato applaudito abbastanza è lo sforzo di Gust di rendere sempre più animate le cutscene, ma soprattutto di togliere al giocatore ogni impressione che il gioco abbia dei caricamenti. Al di là di piccoli momenti qui e lì, principalmente quando si usa il fast travel, l’esperienza di gioco è liscia e senza intoppi di forma. Piccolissime animazioni come l’apertura di una porta, una particolare camminata o altro ancora, privano lo schermo di interruzioni di alcun tipo. Come visto anche in Atelier Sophie 2, i combattimenti iniziano sulla mappa di gioco, senza spostarsi in un’arena separata. Questo significa che Gust è riuscita a creare un mondo semi-open-world, ricco, godibile, pieno di posti e attività, ampiamente esplorabile e privo di caricamenti.
A chi consigliamo Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key?
Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key è l’apice della saga, un titolo conclusivo di una trilogia che mette in scena quella che è forse l’evoluzione più grande di sempre all’interno della serie Atelier. Se il primo episodio cercava di accomodare la formula Atelier a un mondo più simile a più comuni JRPG, e Ryza 2 abbracciava più da vicino il mondo JRPG con dungeon e un combattimento più fluido, Atelier Ryza 3 è un’evoluzione su tutti i fronti. I fan della saga, i fan degli RPG e ancora i fan di generi affini, non potranno che godere di quello che ad oggi è il prodotto migliore e più godibile che Gust abbia mai sviluppato.