Cannon Dancer è il più recente port di Ratalaika Games pubblicato da ININ, compagnia che ha dimostrato negli ultimi anni di voler portare avanti una encomiabile politica di recupero di titoli dimenticati o di difficile reperimento su macchine da gioco moderne. Il gioco arcade, sequel spirituale di Strider, è disponibile per Nintendo Switch, PlayStation e Xbox.
Provato su Nintendo Switch
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C’era una volta Strider
Cannon Dancer, anche conosciuto in occidente come Osman, fu pubblicato per la prima volta nelle sale arcade il 13 febbraio 1996. Realizzato da Mitchell Corporation, il gioco presenta numerose somiglianze con Stider poiché al timone del progetto c’era nient’altri che Kouichi Yotsui, ex dipendente Capcom e director di Strider.
Lo stesso Yotsui, che nei crediti appare con lo pseudonimo Isuke, aveva fin dall’inizio in mente di creare un’evoluzione di Strider ritenendo questo un ottimo prodotto ma ulteriormente perfezionabile e, Cannon Dancer, appare in molti aspetti superiore al predecessore, soprattutto per quanto concerne le animazioni del protagonista e le capacità offensive dello stesso. D’altro canto, invece, sempre per ammissione del creatore, l’approccio globale segue fin troppo pedissequamente la struttura di Strider, inserendolo in un binario di “già visto”.
Queste riflessioni, naturalmente, non eliminano completamente le qualità intrinseche del prodotto ma ci fanno capire come mai nessuno abbia preso in considerazione la possibilità di renderlo maggiormente accessibile in oltre 20 anni dalla pubblicazione ufficiale. Lo slancio moderno per il retrogaming e il discreto successo che operazioni di questo tipo stanno avendo, però, ha consentito anche a un prodotto come Cannon Dancer/Osman di ritornare alla ribalta. Ricordiamo che ININ Games, portavoce e publisher del prodotto, ha infatti reso disponibile su console moderne molti altri titoli che abbiamo naturalmente recensito come Clockwork Aquario, Wonder Boy Collection, Pocky & Rocky, la serie Cotton, Taito Milestones e molti altri.
L’uomo coi pugni mistici

Tornando subito in tema, si parla di seguito spirituale poiché Cannon Dancer, dal punto di vista della trama, ha ben poco a che vedere con Strider. Se quest’ultimo era ambientato in uno scenario sovietico di natura distopica, Cannon Dancer si sposta in un’imprecisata area del Medio Oriente, alternando un immaginario comune e immediatamente riconoscibile fatto di Djinn e deserti a sezioni altamente oniriche.
Il protagonista di nome Kirin, facente parte di un’unità mercenaria chiamata Teki, viene assoldato da Jack Lyzon, direttore degli affari giudiziari del governo mondiale, una figura senza scrupoli che vuole eliminare a tutti i costi la minaccia terrorista di Abdullah lo Schiavista e la sua setta. Dopo essere stato tradito da Layzon, però, Kirin viene abbandonato a morire nel deserto, salvo poi riuscire a sfuggire alla crudele sorte e cercare vendetta, in un crescendo che lo porterà a sfidare persino una divinità.
La trovata più interessante del titolo, al di là della trama fuori di testa in pieno stile Giappone anni ’80/’90, è senz’altro la possibilità di creare dei cloni di Kirin che restano in una posizione specifica e continuano ad attaccare simultaneamente al protagonista, tecnica essenziale per affrontare situazioni e boss apparentemente intoccabili. A questo si aggiunge un super-attacco che attacca tutti i nemici a schermo, arrecando danni ingenti ma utilizzabile sole tre volte per ogni vita.
Cannon Dancer ha una durata esigua, può essere completato in circa 30 minuti, a patto naturalmente che si conoscano i pattern, i boss e gli attacchi dei nemici. Generalmente i primi livelli sono molto semplici e scorrono velocemente mentre il vero problema si presenta nelle battute finali, con l’ultimo livello costituito da immancabili boss rush e una curva di difficoltà particolarmente intensa. Fortunatamente a rendere la vita più semplice ai videogiocatori moderni arrivano in aiuto la pletora di funzioni che abbiamo già visto recentemente in altri port curati da Ratalaika Games, principalmente Save states e la funzione Rewind.

Al netto della difficoltà di Cannon Dancer, però, anche queste funzioni potrebbero non essere sufficienti a consentire il completamento del gioco al primo tentativo, molto gradita è quindi l’introduzione di un menu Trucchi dove, in base all’approccio che si vuole avere, è possibile scegliere invicibilità, bloccare il timer e altre utili opzioni di accessibilità. Attenzione però, attivandoli si annulla completamente qualsiasi parvenza di difficoltà e l’esperienza potrebbe esaurirsi davvero troppo velocemente a fronte del prezzo d’acquisto.
Quasi a controbilanciare queste funzioni, c’è anche una modalità chiamata Sfida, dove si ha un approccio più “arcade”, pur mantenendo alcuni aiuti e consentendo al giocatore la possibilità di scegliere fino a due aiuti (come per esempio invincibilità durante l’attacco o durante i salti, attacco automatico e così via). Questa è anche l’unica modalità in cui è possibile sbloccare eventuali trofei/achievement.
Per quanto riguarda invece la qualità globale del port, ci attestiamo sul classico livello Ratalaika: nulla di eccessivamente “flashy” sotto il versante presentazione ma una notevole mole di elementi personalizzabili, come i filtri CRT, garantiscono come sempre un approccio all’esperienza personalizzabile in base al proprio gusto estetico.
A chi consigliamo Cannon Dancer?
Il prezzo del titolo non è dei più bassi e si configura in una fascia superiore alla media (29,99€), pertanto se non avete una particolare ammirazione per il retrogaming, per i giochi oscuri del passato e per le esperienze arcade brevi ma intense e difficili, è davvero difficile consigliare l’acquisto di Cannon Dancer. Se avete apprezzato Strider in tutte le sue salse e ne ammirate il level design e la presentazione artistica globale, ha senso investire in questo sequel spirituale che fino a oggi era rimasto confinato alle sole sale giochi ma per tutti i curiosi, sarebbe meglio attendere un significativo calo di prezzo.