Alla ricerca di tesori nascosti in un mare di zinne! Recensione di Seven Pirates H

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Seven Pirates H è il fortunato remaster dell’ultimo titolo nella serie Genkai Tokki di Felistella, distribuito da eastasiasoft su Nintendo Switch, dopo la sua prima apparizione come titolo esclusivo per PSVita.

Provato su Nintendo Switch


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All’arrembaggio!

Un momento di background: Genkai Tokki (scritto ogni volta con kanji diversi per significare qualcosa di diverso, lasciando però la fonetica per quello che sembra significare “bozzo al limite”) è una serie di RPG che attraversa alcune diverse espressioni del genere, concentrandoci su una dose assolutamente esplosiva di fanservice per ragazzini eterosessuali. I diversi titoli, alcuni dei quali arrivati anche da noi, come il vecchio Monster Monpiece, e i due sequel riproposti su console moderne Moero Chronicle H, il sequel Moero Crystal H. Un altro, Castle Panzers, è rimasta un’esclusiva PS4 del Sol Levante, e con questo remaster, eastasiasoft porta per la prima volta in occidente l’ultimo della serie, Seven Pirates.

Partendo dall’idea che la scelta del tema navale nasce dal giochino di parole nel titolo, dove pai fa da abbreviazione per oppai, tette in giapponese, quest’avventura mette il giocatori nei panni di un colorito gruppo di piratesse più e meno sovrannaturali, in cerca di tesori nascosti salpando alla volta dei mari, di dungeon in dungeon. Il titolo non nasconde le sue origini di prodotto portatile, presentando un ritmo di gioco piuttosto rapido e un loop molto snello, ottimo per numerose sessioni mai troppo stancanti.

La trama è quanto di più semplice, la giovane Parute, accompagnata dal suggestivo Otton, recluta un gruppo sgangherato di donne mostro seminude per cercare i sette tesori segreti. Le cutscene sono numerose e generalmente divertenti, ma fanno da filler più che da altro, rimanendo pressoché irrilevanti per il fine della trama. Detto questo, i personaggi sono divertenti e pieni di umorismo, che se da un lato tende a essere spesso a doppio senso, lo pone più in chiave comica che sessuale, dando un tono di spensierata leggerezza al tutto.

Dove guardi, i miei occhi sono… sulle tette

Le diverse aree sono poche e anche piuttosto contenute, in maniera non dissimile a quanto visto ad esempio nei vecchi titoli della serie Neptunia, e sono pieni di nemici dal design esilarante e sempre di natura sessuale. Bisognerà farci presto l’abitudine, perché per completare le numerosissime sidequest e craftare nuovi equipaggiamenti, c’è sempre bisogno di fare capolino in zone già completate per trovare gli oggetti di cui si necessita.

Il combattimento è piuttosto intuitivo e vecchia scuola: un JRPG a turni classico, con HP e MP (stavolta chiamati muramura point, dove muramura in giapponese è l’onomatopea per “essere arrapati”). Questi infatti si caricano combattendo, e raggiunto il massimo si entra in stato di eccitazione, con un boost ai parametri e la possibilità di scagliare delle mosse letali. Alcuni boss tuttavia avranno bisogno di qualche turno per eccitare Otton in modo da fargli sparare un cannone esplosivo sul nemico che solo allora ammetterà la sconfitta.

Tra i sottosistemi troviamo anche la ricerca dei Booby Kin, delle mascotte divise in tre categorie che sbloccheranno elementi secondari, come sidequest, oggetti nel negozio e nuove abilità condivise dall’intera squadra. Bisognerà quindi fare particolare attenzioni a punti della mappa o scrigni nascosti per trovarli tutti. L’equipaggiamento poi è diviso in soli due elementi: reggiseno e mutandine. Il reggiseno conferisce al personaggio una speciale abilità passiva, mentre le mutandine sono l’equivalente di un’armatura in un RPG classico.

È arrivato ora il momento di parlare della gimmick per cui il titolo si è fatto un nome: il booby training. Seven Pirates H non presenta un classico sistema di livellaggio, anzi, permette ai membri della squadra di accumulare un “liquido per l’addestramento”, consumabile facendo booby training al personaggio in questione. In altre parole, ogni personaggio sale di livello solo una volta finito il minigioco. Di cosa si tratta? Ogni ragazza ha un seno diverso con alcuni parametri come distanza tra i seni, morbidezza, altezza, elasticità o quanto punta in alto. Attraverso il touch screen in modalità undocked o un non-esattamente-comodo equivalente sui joy-con, si possono (e devono) palpare i seni dieci volte per livello.

Questo è il lato più divertente per alcuni, più discutibile per altri, e sembra chiaro perché. Premendo il tasto Y ripetutamente, si può saltare il minigioco senza apportare cambiamenti al seno. Perché, dite? Perché in realtà le proprietà del seno cambiano solo i moltiplicatori dei parametri, non li aumentano. Per aumentarli, basta concludere il levelup. Questo crea una sorta di dubbio di fondo, e cioè perché rendere obbligatorio il gioco, se a conti fatti (per esempio trovati i moltiplicatori desiderati) non ha più senso partecipare al minigioco? A meno che uno non lo faccia per un reale piacere personale. Calcolando quanti livelli per quanti personaggi, viene difficile immaginare qualcuno così accanito che lo trovi divertente per tutta la durata del titolo.

A proposito di questo però, Seven Pirates H, al di là di quanto detto, e del grande focus dato all’espressione fortemente sessualizzata del pacchetto, nasconde sotto la superficie un RPG piuttosto valido, per quanto forse un po’ facile. Riesce, contro ogni iniziale aspettativa, a proporre un’avventura bilanciata squisitamente tra lunghezza dei dungeon e delle quest, con una certa ripetitività che però si consuma prima di arrivare a pesare.

A chi consigliamo Seven Pirates H?

Seven Pirates H è un JRPG sicuramente bizzarro e strampalato, con un tema sessuale che però, a differenza degli altri del genere, carica una linea comica che stempera il tutto. Certo, il booby training può giustamente far storcere il naso a molti utenti, ed è comprensibile, ma chi non ha un problema con questi elementi potrebbe rimanere sorpreso dalla qualità del titolo, decisamente oltre quello che sembra proporre. Un cast divertente, dungeon semplici e snelli, e una giocabilità ben bilanciata. Chi è stato accattivato dagli altri titoli della serie ma è rimasto scottato dalla giocabilità discutibile, finalmente troverà qualcosa decisamente più divertente e scanzonato.

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